Sconosciuta agli occidentali fino al 700, il Silat è caratterizzato da colpi devastanti, brutali, che prediligono l'efficacia, alla bellezza di esecuzione della tecnica. Vengono usate sia tecniche di pugno, calcio, gomiti, ginocchia e dita negli occhi, ma quello che caratterizza questo tipo di combattimento è l'uso di tecniche di rottura articolari ad impatto (non per trazione o compressione, statiche, come in altre arti come ju-jitsu o judo). Nel silat si assumono spesso posizioni di guardia apparentemente contorte, difficili da apprendere, ma che una volta diventate abituali permettono l'esecuzione di colpi rapidi e potenti.
Tipica è la posizione accovacciata, stabile quando si è a piedi nudi nella foresta umida e scivolosa, a cui spesso viene abbinato l'uso del caratteristico coltello (karambit) usato su linee basse per tagliare i tendini degli arti inferiori, rendendo l'avversario inoffensivo. Diverse tecniche sono state prese in considerazione da molti esperti di sistemi di combattimento moderni e di difesa personale, ed è spesso appreso insieme al kali filippino.